Il gruppo VDA Telkonet ha conseguito la certificazione per la parità di genere. Un traguardo importante che marca l’inizio di una nuova fase per il gruppo sempre più orientato a valorizzare la persona e la sua unicità.
Ma quali sono state le ragioni che hanno spinto il gruppo a richiedere la certificazione? Lo abbiamo chiesto a Lucia Ziliotto, People, Organization and Culture Manager del gruppo e sostenitrice dell’iniziativa.
1. Qual è stata la motivazione principale che ha spinto VDA Telkonet a intraprendere il percorso verso la certificazione sulla Parità di Genere?
La nostra motivazione principale è stata quella di valorizzare un impegno in cui crediamo profondamente, sia come azienda che come individui.
La certificazione rappresenta l’opportunità di dare concretezza e visibilità al percorso intrapreso nel 2020, caratterizzato da un profondo cambiamento culturale e organizzativo. Questo percorso ha incluso progetti e iniziative promosse con determinazione dall’ufficio HR, che abbiamo visto nascere, crescere ed evolversi durante questi primi anni di Turnaround e Change Management.
Per noi, la certificazione non è un traguardo finale, ma una tappa significativa all’interno di un cammino continuo di crescita e miglioramento.
2. Quali sono stati i passaggi chiave per ottenere questa certificazione e quali difficoltà avete incontrato lungo il percorso?
Nel nostro dipartimento HR abbiamo sempre avuto una profonda consapevolezza del valore del lavoro svolto quotidianamente per valorizzare le nostre Persone. Crediamo fermamente nella ricchezza della diversità in tutte le sue forme: di genere, culturale, linguistica, generazionale e oltre. Ogni individuo è unico e riconoscere questa unicità rappresenta per noi una risorsa fondamentale per l’intera organizzazione.
Uno dei passaggi chiave è stato l’utilizzo di KPI chiari e misurabili, che ci hanno permesso di dare concretezza a un lavoro spesso percepito come “soft” e scollegato dal business. In realtà, c’è una stretta correlazione tra aspetti come engagement, retention e valorizzazione del capitale umano e i risultati aziendali. Questo approccio, attento sia allo sviluppo delle Persone che agli aspetti più analitici di governance e organizzazione, ha facilitato il percorso di certificazione.
Le fasi di assessment e audit interni realizzate nei primi mesi dell’anno sono state fondamentali: ci hanno consentito di rileggere in chiave sia qualitativa che quantitativa le strategie, i progetti e le azioni HR sviluppate negli ultimi quattro anni. Questo processo ha aumentato la consapevolezza e ne ha favorito la diffusione dai vertici aziendali all’intera organizzazione.
Un altro momento chiave è stata la creazione di un Comitato per la Diversity & Inclusion, che ha permesso di valorizzare il percorso già compiuto e di delineare in modo chiaro i passi futuri. La certificazione, a sua volta, è stata un’occasione di confronto con l’ente di audit esterno, durante il quale abbiamo potuto condividere esperienze, definire best practices e progettare una strategia concreta di miglioramento continuo.
Nonostante i risultati raggiunti, persistono ancora convinzioni inconsce e stereotipi culturali che permeano la nostra società e, di riflesso, le organizzazioni. Questi rappresentano per noi una sfida su cui dobbiamo e vogliamo continuare a lavorare.
3. In che modo questa certificazione influisce sulla cultura aziendale di VDA Telkonet e sui dipendenti?
È un primo passo di consapevolezza e di impegno che come individui e come organizzazione vogliamo prenderci, mettendoci la faccia.
4. Come pensate che la certificazione sulla Parità di Genere possa migliorare l’attrattività dell’azienda per futuri talenti?La certificazione ci permette di comunicare in modo chiaro chi siamo, i valori in cui crediamo e le azioni concrete che sostengono la nostra missione e visione, centrata sulla valorizzazione della Persona. Questo ci aiuta ad attrarre persone che si riconoscono nella nostra cultura aziendale e nei principi che ci guidano.
In particolare, rappresenta un elemento chiave per attrarre giovani talenti, soprattutto coloro che hanno nel proprio DNA un’attenzione profonda verso temi come la diversità e l’inclusione.
Operando in un settore tech, tradizionalmente associato a una prevalenza maschile, il nostro obiettivo è quello di favorire un equilibrio più inclusivo, valorizzando anche la prospettiva e la sensibilità femminile nelle competenze STEM. Crediamo che questo arricchimento possa portare innovazione, creatività e un reale valore aggiunto all’azienda.
5. In che modo questa certificazione si allinea con i valori e la mission di VDA Telkonet?
Questa certificazione si allinea perfettamente con i nostri valori fondamentali – Entusiasmo e Passione, I care, Coraggio, Sostenibilità e Inclusività – che convergono in un unico messaggio di brand: People Centricity.
Mettere al centro le Persone significa valorizzare le diversità e le unicità di ogni individuo, un principio che guida sia la nostra cultura aziendale sia il nostro approccio verso gli stakeholder.
La nostra offerta di valore è orientata non solo a soddisfare i bisogni attuali, ma anche a guardare alle generazioni future, con l’obiettivo di rendere il mondo dell’Hospitality più sostenibile e inclusivo.
6. Cosa pensi che altre aziende possano imparare dall’esperienza di VDA Telkonet?
La mia esperienza personale e professionale mi ha insegnato che c’è sempre qualcosa da migliorare e da imparare. La nostra esperienza dimostra che anche un’azienda relativamente piccola, con risorse limitate, può raggiungere risultati di eccellenza grazie all’impegno, alla passione, al coraggio, alla creatività e alla capacità di fare team.
Un punto chiave è la valorizzazione delle competenze individuali, la condivisione degli obiettivi e l’ingaggio delle Persone, elementi che possono essere potenziati anche con budget limitati. Crederci è ciò che fa davvero la differenza.
La soddisfazione più grande di questo percorso è stata ricevere sinceri apprezzamenti dall’ente certificatore, che ha riconosciuto in noi un approccio autentico e profondo ai temi affrontati. Non si è trattato di una preparazione superficiale o legata esclusivamente alla certificazione, ma del riconoscimento di prassi quotidiane e di un lavoro iniziato quattro anni fa con energia, passione e una chiara consapevolezza di cosa fare, come farlo e dove vogliamo arrivare.
Credo che altre aziende possano trarre ispirazione da questo: l’eccellenza è alla portata di tutti quando si crede davvero nei propri valori e si lavora con dedizione e visione.
7. Quale consiglio daresti ai giovani professionisti HR che vogliono promuovere iniziative simili nelle loro aziende?
Il consiglio principale è di credere profondamente in ciò che si vuole realizzare e assicurarsi che l’intera organizzazione sia allineata e remi nella stessa direzione. L’HR è un facilitatore del cambiamento, ma dobbiamo essere consapevoli che la trasformazione richiede tempo e non avviene dall’oggi al domani.
È inoltre essenziale comprendere il momento evolutivo che l’azienda sta attraversando, perché ogni organizzazione ha i propri tempi e le proprie priorità. La chiave del successo sta nel saper individuare il momento giusto per agire, costruendo con pazienza un percorso solido e condiviso
8. C’è stato un momento particolarmente significativo durante questo percorso che ti ha colpito e che ricorderai?
Ci sono stati diversi momenti significativi che porterò sempre con me. Tra questi, i dibattiti costruttivi con l’Executive Team e il comitato sulla parità di genere, durante i quali abbiamo analizzato i nostri progetti e definito le azioni da intraprendere.
Un altro momento speciale è stata la Townhall estiva, dove abbiamo coinvolto tutto il personale degli Headquarters in una giornata dedicata all’inclusività. Attraverso attività di team building e sessioni di consapevolezza di gruppo, abbiamo rafforzato il senso di appartenenza e l’importanza del tema.
Infine, il giorno della certificazione è stato particolarmente emozionante: ricevere i complimenti dall’auditor esterno, che ha riconosciuto in noi un’eccellenza rara nel panorama generale, è stata una soddisfazione enorme e un ulteriore stimolo a proseguire su questa strada.
9. Che cosa ti ha ispirato personalmente a sostenere un progetto così importante per l’azienda?
La mia ispirazione nasce da un vissuto personale e professionale che mi ha segnato profondamente.
Come donna, professionista e madre – di un bambino autistico, un’esperienza che ha amplificato ulteriormente il mio bisogno di promuovere educazione e di lottare per l’inclusività in ogni sua forma – ho toccato con mano il tema della discriminazione di genere.
Ho vissuto episodi che hanno spesso dirottato e cambiato il mio percorso, non per mia scelta, ma per decisioni o azioni altrui. Dalle frasi come “Puoi essere 100 volte più brava degli uomini che lavorano qui, ma non potrai mai ambire a crescere né in termini di ruolo né di stipendio”, alle allusioni in ambienti permeati da maschilismo, passando per prevaricazioni, manipolazioni e le difficoltà nel conciliare il ruolo di madre con quello di manager.
La società in cui viviamo purtroppo non aiuta, e le statistiche continuano a parlare chiaro. Anche nel mio ruolo di HR, osservo ancora oggi situazioni di discriminazione, spesso in aziende che si professano sostenitrici della parità di genere, ma dove manca una reale presenza e voce femminile. Molto spesso, infatti, il problema non viene nemmeno riconosciuto.
Questa consapevolezza e queste esperienze sono state il motore che mi ha spinto a sostenere un progetto così importante. La mia motivazione è trasformare queste sfide in un’opportunità concreta per promuovere una cultura aziendale più equa, inclusiva e consapevole.
10. Se potessi descrivere in tre parole il valore che questa iniziativa rappresenta per te, quali sceglieresti?
Scelgo due parole, perché ciascuna racchiude un mondo intero: Coraggio – il valore che più sento mio – e Sostenibilità, che rappresenta un impegno verso il futuro, inclusivo e consapevole.
11. Quali sono i tuoi obiettivi futuri per continuare a promuovere la diversità e l’inclusività in azienda?
Il prossimo passo sarà estendere questo lavoro alle nostre sedi estere, affrontando non solo il tema del Gender Gap, ma anche quello più ampio di Diversity & Inclusion.
Il mio obiettivo è creare un ambiente sempre più equo, in cui non solo si garantiscano pari opportunità per tutti, ma si possano adattare gli strumenti alle esigenze individuali, valorizzando ogni unicità.
Voglio continuare, con la stessa energia e passione, a promuovere progetti e iniziative che generino consapevolezza e diffondano valori inclusivi, ispirando le nostre Persone a crescere insieme e contribuire a un cambiamento positivo e duraturo.
12. Che messaggio vorresti inviare alle donne e agli uomini che lavorano in VDA Telkonet riguardo all’importanza della parità di genere?
Agli uomini vorrei dire che c’è bisogno di agire, anche (e soprattutto) se pensano che il problema non esista. La parità di genere riguarda tutti noi: ognuno ha una responsabilità, anche quella di intervenire, far sentire la propria voce e portare un messaggio di rispetto e inclusione, soprattutto quando chi è in una posizione più debole non ha la stessa possibilità di difendersi o di parlare.
Molto spesso il silenzio equivale ad assenso. Quando assistiamo a qualcosa che discrimina, manca di rispetto o offende, dobbiamo iniziare dalle piccole azioni: non stare zitti. Non ignorare. Non ridere o partecipare passivamente a quella discriminazione, fingendo che non esista.
Lo abbiamo visto insieme in un esercizio molto significativo: esistono persone che, a parità di capacità e talento, partono 10 passi indietro rispetto a un’immaginaria “linea di partenza”. La competizione non è equa, e questo non possiamo ignorarlo.
Lavoriamo insieme affinché quei passi di differenza si riducano, creando un ambiente più giusto, inclusivo e rispettoso per tutti.
Il cambiamento parte da ciascuno di noi.